“La mia voce in biancorosso” (Adda Editore) di Michele Salomone


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Nell’era di internet veloce e delle pay per view, in un tempo in cui si cattura una immagine e la si condivide istantaneamente con un solo click, rendendola visibile a una platea infinita di persone, la radio, che alcuni davano già per spacciata, sorpassata dai media tecnologici con più appeal, in realtà si difende piuttosto bene. Anzi, potremmo dire che continua a battersi alla grande.

A questa scatola magica affidavamo i nostri sogni di ragazzini, era lei ad alimentare le nostre sconfinate fantasie. Bastava accostare l’orecchio e subito ti sembrava di entrare in un’altra dimensione, in un mondo parallelo alla realtà in cui vivevi. Quelle voci, i suoni provenienti dall’apparecchio sembravano arrivare da altri mondi, da pianeti lontani. Con il passare del tempo, quelle voci e i loro programmi, diventavano sempre più familiari fino ad essere degli appuntamenti irrinunciabili.

Una di queste voci era ed è ancora oggi, quella di Michele Salomone, giornalista sportivo che dal marzo del 1976 comincia la sua avventura di radiocronista delle partite di calcio del Bari dalla storica emittente pugliese Bari Canale Cento.

All’epoca non c’era tutta quella infinita serie di programmi sportivi che c’è oggi e così la domenica pomeriggio prima di poter guardare “Novantesimo Minuto” per ammirare le gesta del Bari (quando capitava di giocare nella massima serie), “guardavamo” la partita attraverso i suoi occhi, attraverso le parole di Michele Salomone immaginavamo le azioni in campo, la sua voce che a tratti si faceva concitata, euforica o che si calmava a seconda dell’andamento della gara, contribuiva ad esaltarci oppure a deprimerci. Quella voce in poco tempo divenne così familiare a tutti gli sportivi baresi tanto da non poterne più fare a meno.

Michele Salomone negli anni ha dimostrato nel suo lavoro di giornalista e cronista una grande professionalità e serietà, questo insieme alla trasparenza nelle relazioni umane, gli è valso attestati di fiducia e di stima di gran parte dell’ambiente calcistico e tra i suoi colleghi. A dir la verità si è fatto pure qualche nemico, ma questo è il “prezzo” da pagare per la coerenza, e soprattutto quando non ci si piega alle logiche del potere rifiutando facili e comodi ascensori verso la gloria.

Questi quasi quarant’anni di “storia calcistica” e di vita professionale, ma anche di cambiamenti avvenuti nel nostro paese, sono stati raccolti e testimoniati nel suo prezioso volume “La Mia Voce in Biancorosso”, dove, leggendo le storie vissute in prima persona e raccontate in punta di penna da Michele, quelle stesse storie al lettore sembra quasi di riviverle, verrebbe quasi voglia di entrarci dentro a quei ricordi così ben descritti, magari dandogli una pacca sulla schiena per incoraggiarlo, quando le cose non andavano troppo bene, oppure solo per poter godere da spettatore esterno di alcune esaltanti radiocronache o di uno dei suoi spassosi scherzi ben congegnati.

Storie di pallone dunque, ma non solo questo c’è nel libro. Ci sono innanzitutto storie di uomini, alcuni davvero distinti e perbene, altri invece arroganti e schiavi di un potere a cui non avrebbero mai rinunciato. Storie di nani e di giganti incontrati dall’autore nel suo cammino che intrecciano le loro vite e i loro destini in quel pianeta un po’ folle che è il mondo del calcio.

Ma soprattutto, cosa più importante, è il racconto di una “voce” che ha fatto la storia del calcio barese e che è amato da migliaia di tifosi e appassionati sparsi lungo la Penisola; tifosi, ma non solo, che lo hanno sempre sostenuto e difeso nei momenti professionalmente più difficili, come è accaduto questa estate, quando si sono riversati in massa a scrivere su di un social network per non fargli mancare il loro appoggio e sostegno in occasione di un momento delicato della sua professione.

Una voce che è diventata un coro dunque. Come quelli che capita di sentire allo stadio. Perché quando sei lì, sempre a buttare il cuore oltre l’ostacolo, pronto a farti in quattro per il tuo lavoro, cercando di informare sempre in modo obbiettivo e trasparente chi ti ascolta, la gente se ne accorge eccome. E alla prima occasione ti riversa tutto il suo affetto.

E allora buona vita a te, Michele, voce irrinunciabile e anima irriducibile di un vecchio cuore biancorosso.

Davide Favia